martedì 9 febbraio 2010

psicoanalizzando...


dalla prefazione...

Mettendo al mondo un figlio una madre apre contemporaneamente
una porta sulla vita e sulla morte, tale è il suo potere basato sull’amore. Essere madre vuol dire conoscere il dolore delle separazioni senza annullarsi, donare senza aspettare ricompensa,
incontrare la morte e non esserne distrutta, porsi come contenitore di ogni gioia, come terra di passaggio, come porto dove trovar riposo, come ultima spiaggia nel dolore, come negazione del male. La sacralità del materno, nell’accezione
più alta del maternage è l’essenza costitutiva del femminile
che determina anche l’identità del maschio e il ruolo del padre, permette la rinascita della vita e la strutturazione del mondo interno. Dall’amore materno il figlio muoverà quindi i primi passi verso la realizzazione della propria identità psicologica,
affettiva, erotica, relazionale.

(dottoressa franca maisetti, psicoanalista dagli anni ’70 e dirigente dell’Istituto Neofreudiano
di Psicoanalisi di Milano. Scrive con passione di psicoanalisi e di cinema, e collabora con riviste di psicologia, filosofia e arte).

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